La parola è la madre del pensiero. Il pensiero è incorniciato in forme linguistiche e vive attraverso il linguaggio. Linguaggio e pensiero sono legati in maniera indissolubile.
Le parole non servono solo a esprimere il pensiero: servono per poter pensare, elaborare concetti e creare una propria opinione
La personalità si forma sulle parole che si pronunciano e quelle che si ascoltano.
Parole come patria, onore e gloria hanno portato gli italiani a pensare allo stesso modo di chi utilizzava queste parole.
La retorica doveva docere, delectare e movere secondo Cicerone: è stata sviluppata per essere utilizzata nei processi contro i tiranni. Dopo migliaia di anni, la retorica è rimasta sempre uguale.
Aristotele: téchne rhetoriké (arte retorica), inizia a diffondersi in tutto il mondo partendo dai discorsi in tribunale
La retorica è capace di convincere perché non parte dal vero, non ha il vero come base, ma ha il verosimile come base, l’importante è essere capaci di convincere le persone che quello che è verosimile sia vero. Se la retorica è capace di convincere chiunque di qualunque cosa, le cause migliori hanno bisogno dei migliori retori (=coloro che utilizzano la retorica).
La retorica rende il fatto vero il più debole possibile e punta sul far sembrare vero il verosimile.
Slogan del partito fascista sono vuoti (non hanno ideologia sensata, valori non definiti e incoerenti). Le affermazioni sono tutte false e facilmente confutabili. Non bisognava argomentare sugli slogan, bisognava creare dei dogmi (=cose a cui si crede senza dubbi) per portare al successo il partito con degli slogan.
Esempio: Salvini e l’immigrazione → slogan “chiudiamo i porti” (cosa impossibile) → creazione dogma dei migranti → molti credono nello slogan → riesce ad andare al governo perché molti credono nel suo verosimile e non nel vero
Le figure retoriche rafforzano le affermazioni deboli. Noi ci serviamo ogni giorno della retorica per poter affrontare la realtà.